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UMBRIA
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L’eccellenza dei legumi coltivati in Umbria è riconosciuta a livello nazionale. Su tutti predomina la rinomata lenticchia di Castelluccio di Norcia, grazie alla sua delicatezza e bontà. Il metodo di coltivazione tradizionale e manuale, molto spesso biologico, ne giustifica assolutamente il prezzo elevato. Meno conosciuta, ma altrettanto prelibata, è la lenticchia di Colfiorito, piccola e tenera. Per entrambe sono fondamentali le condizioni climatiche e le caratteristiche del terreno in cui vengono coltivate. |
Anche la produzione di fagioli ha le sue eccellenze, come la fagiolina del lago Trasimeno, varietà locale di fagiolo dall’occhio, che ha rischiato di scomparire, ma che è stata salvata da un gruppo di agricoltori custodi, il fagiolo di Cave, nelle due colorazioni, il fagiolo Perla Bianca, piccolo e tondo, chiamato anche Perlina, e il fagiolo Secondo del piano di Orvieto, altro Presidio Slow Food.
Due legumi poveri, ma molto legati alla tradizione gastronomica umbra umbra sono la cicerchia, cibo “povero” per eccellenza, conosciuta ed apprezzata già dai Romani, che la chiamavano cicercula, che viene coltivata nella zona di Colfiorito, e la Roveja di Civita di Cascia, presidio Slow Food, la cui “riscoperta” è nata proprio in questo bel borgo umbro.
Di sicuro in Umbria non mancano i ceci, coltivati in vari territori, con il Piccino di Spello che risulta essere tra i migliori.
La fava invece trova la sua consacrazione nella parte meridionale dell’Umbria, nella comunità dell’Amerino, dove una ventina di piccoli agricoltori si sono riuniti per continuare a coltivare la varietà Cottora dell’Amerino, con cui si prepara il piatto che veniva consumato durante la macellazione del maiale nelle case contadine, la “striscia con le fave”.
Due legumi poveri, ma molto legati alla tradizione gastronomica umbra umbra sono la cicerchia, cibo “povero” per eccellenza, conosciuta ed apprezzata già dai Romani, che la chiamavano cicercula, che viene coltivata nella zona di Colfiorito, e la Roveja di Civita di Cascia, presidio Slow Food, la cui “riscoperta” è nata proprio in questo bel borgo umbro.
Di sicuro in Umbria non mancano i ceci, coltivati in vari territori, con il Piccino di Spello che risulta essere tra i migliori.
La fava invece trova la sua consacrazione nella parte meridionale dell’Umbria, nella comunità dell’Amerino, dove una ventina di piccoli agricoltori si sono riuniti per continuare a coltivare la varietà Cottora dell’Amerino, con cui si prepara il piatto che veniva consumato durante la macellazione del maiale nelle case contadine, la “striscia con le fave”.