Fagiolo Secondo del Piano di Orvieto Presidio Slow Food
La tradizione di questo fagiolo è testimoniata già da alcuni documenti che risalgono alla fine del 1800. Il nome curioso deriva dal tipo di coltivazione e dal luogo, poiché questa varietà infatti, è seminata a inizio estate (tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio), dopo la mietitura del grano (quindi è di seconda semina), nel cosiddetto Piano di Orvieto, alla base della rupe su cui si erge la città, lungo l’argine del fiume Paglia. Negli anni ’50, per le abbondanti produzioni, era denominato addirittura “l’oro bianco del Paglia" e gli agricoltori lo vendevano o lo barattavano per acquistare l’olio di oliva, che non veniva prodotto nella zona. La pianta è eretta ma non rampicante, ed ha un ciclo produttivo breve (con raccolta in ottobre), mentre il seme è bianco, di dimensioni medio piccole. Non ha bisogno di ammollo ed ha un gusto molto delicato: è ottimo consumato da solo o nella tipica ricetta della zona, i fagioli "all’uccelletto". Per preparare questo piatto i legumi sono bolliti e poi ripassati in padella con aglio, olio, salvia e pomodoro, e infine conditi con un filo di olio extravergine a crudo.