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BASILICATA
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In Basilicata, regione bellissima, da conoscere e visitare, la produzione dei legumi è importante non solo nell’economia della regione, ma anche come elemento fondamentale nella “dieta” storica della popolazione. Infatti, uno dei piatti più rappresentativi è la crapiata, ricetta secolare, strettamente legata alle tradizioni contadine lucane, consistente in una zuppa di legumi, verdure e cereali, che permette di assaporare totalmente il raccolto della stagione, frutto del lavoro dei contadini della zona dei Sassi. |
Tra i legumi coltivati in regione, i fagioli più conosciuti e commercializzati sono quelli di Sarconi, in provincia di Potenza, coltivati da tempo immemore nella zona, tanto che ancora oggi si usa il termine tradizionale ciuoti, fagioli appunto, per indicare gli abitanti del luogo.
C’è poi il rinomato fagiolo Rosso scritto del Pantano di Pignola, Presidio Slow Food, la cui pianta, rampicante, produce un seme tondo, con fondo beige e screziature rosso scure da cui deriva il nome. Il pregiato fagiolo Bianco di Rotonda, chiamato anche poverello, è l’unico legume a marchio DOP, assieme al cannellino di Atina, laziale. Inoltre sono ottimi il fagiolo di Muro Lucano, dal colore bianco simile al cannellino, il fagiolo di San Gaudioso, coltivato nel territorio di Rivello, un borlotto con striature vinaccia, e lo Zeminelle, color nocciola, della stessa zona.
La lenticchia di Potenza, coltivata nelle campagne dell’intera provincia, presenta baccelli e semi molto piccoli, ed è un prodotto storicamente legato alla cucina e alla cultura del territorio, tanto da essere già citato nel 1923. Altre chicche assai apprezzate ma quasi scomparse sono: il lupino del Pollino, la fava di Lavello, e il cece nero di Tolve.
C’è poi il rinomato fagiolo Rosso scritto del Pantano di Pignola, Presidio Slow Food, la cui pianta, rampicante, produce un seme tondo, con fondo beige e screziature rosso scure da cui deriva il nome. Il pregiato fagiolo Bianco di Rotonda, chiamato anche poverello, è l’unico legume a marchio DOP, assieme al cannellino di Atina, laziale. Inoltre sono ottimi il fagiolo di Muro Lucano, dal colore bianco simile al cannellino, il fagiolo di San Gaudioso, coltivato nel territorio di Rivello, un borlotto con striature vinaccia, e lo Zeminelle, color nocciola, della stessa zona.
La lenticchia di Potenza, coltivata nelle campagne dell’intera provincia, presenta baccelli e semi molto piccoli, ed è un prodotto storicamente legato alla cucina e alla cultura del territorio, tanto da essere già citato nel 1923. Altre chicche assai apprezzate ma quasi scomparse sono: il lupino del Pollino, la fava di Lavello, e il cece nero di Tolve.