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Fava Larga di Leonforte
​Presidio Slow Food

Un tempo le fave larghe di Leonforte erano molto diffuse, si coltivavano in rotazione con il frumento ed erano un ingrediente cardine della cucina leonfortese. La loro coltivazione è ancora oggi completamente manuale: tra novembre e dicembre si preparano i solchi, si depongono i semi a postarella (a gruppi) e si ricoprono di terra.

Quando le piante incominciano ad avvizzire si falciano, si fanno essiccare in piccoli covoni e si battono nell’aia. Per separare la furba (i resti di fogli e fusti) dal seme, si buttano in aria, nelle giornate di leggera brezza.
Queste fave sono buone e cucivuli, dicono a Leonforte, ovvero cuociono facilmente e non vanno tenute a lungo in ammollo. A fine marzo ci sono quelle verdi, appena raccolte: si bagnano nel sale con le cipollette e si mangiano con il formaggio pecorino, oppure si cucina la frittedda, facendole soffriggere in olio con pancetta e cipolle. Un tempo le più piccole si davano agli animali, mentre le più grandi si vendevano ai commercianti: così ogni anno i campi si riducevano e la varietà rischiava di scomparire per sempre.

​​​​Testo tratto da fondazioneslowfood.com

PAESI E ZONA DI PRODUZIONE : 

Leonforte - EN

PRODUTTORI DEL PRESIDIO : 
​ 
Angelo Calì (referente) - Leonforte (EN)

Isabella Barbera - Leonforte (EN)

Az. Mitera - Leonforte (EN)

Agrirape - Leonforte (EN)

Agritavi - Leonforte (EN)

Az. Cannolo Agricoltura - Nissoria (EN)