Il fagiolo gnoco, conosciuto anche come lingua di fuoco, è un borlotto rampicante dal baccello rosso carnato, contenente 6/7 semi dalla forma leggermente allungata, di colorazione rosso screziato su fondo biancastro. Nel comune di Villa Bartolomea, in provincia di Verona, veniva coltivato già negli anni ‘30, destinato per lo più per il consumo famigliare o venduto al vicino mercato di Legnago. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale agli anni ‘60, conobbe una grande crescita, con una produzione importante, che diminuì drasticamente negli anni ‘80. Attualmente si assiste ad un rinnovato interesse per questo pregiato fagiolo, così legato alla storia di questi territori della bassa veronese. Nella coltivazione tradizionale le piante sono sostenute da paletti in legno di salice o da canne palustri, e la raccolta è esclusivamente manuale. Il fagiolo gnoco ha una polpa soda, che si presta a molteplici usi culinari, zuppe e minestre in primis, come da tradizione. È reperibile dal mese di luglio, come prodotto fresco, ma si può trovare anche essiccato, tutto l’anno, direttamente dai produttori o nei mercati locali.