Il nome deriva dalla frazione del comune di Ascea, in provincia di Salerno, Mandia, appunto. Il seme ha forma ovoidale allungata, di buone dimensioni, il colore va da grigio sfumato a marroncino, mentre il baccello va da giallo-crema a giallo-paglierino. Si tratta di un ecotipo locale, coltivato spesso in consociazione con il mais, i cui steli fanno da sostegno. Le due semine avvengono quasi in contemporanea, a mano, nel mese di maggio (fino al 13 giugno, S. Antonio). Una prima raccolta viene effettuata per il consumo fresco (fasul scucchiulariedd), la successiva avviene dopo la completa essiccazione dei baccelli sulla pianta e poi sui teloni. Ancora oggi, come tramandato di generazione in generazione, tutte le fasi della lavorazione del fagiolo avvengono secondo la tradizione locale. In agosto si svolge la Sagra degli Antichi Sapori, dedicata al fagiolo di Mandia (Tabbaccuogno), dove vengono preparati piatti della tradizione come i fagioli al ragù, la zuppa di castagne e fagioli, e la fresella con pomodori freschi e fagioli tabacchini.