Antica varietà autoctona dell’area mediterranea, recentemente inserita tra i prodotti dell’Arca di Slow Food, era il fagiolo dei Greci e dei Romani che lo importarono dall’Asia occidentale e dall’Africa, che poi si diffuse ovunque in Italia durante l’intero Medioevo. Appartiene al genere Vigna Sinensis (Unguiculata), da non confondere con il fagiolo dell’occhio nero o occhietello, entrambi campani, che appartengono al genere Phaseolus Vulgaris, e arrivati dalle Americhe. Piccolo, si presenta con una buccia molto sottile, che gli conferisce una certa facilità di cottura, pur mantenendo una buona consistenza e senza sfarinarsi. Si può consumare anche fresco come fagiolino mangiatutto. Risulta ottimo per zuppe e minestre, ma si presta per svariate preparazioni culinarie.