Sciuscelle è il modo con cui a Napoli vengono chiamati i frutti del carrubo: deriva probabilmente dal termine latino iuscellum, ossia brodino, che ricollega al metodo principale in cui viene cucinato il frutto ed al modo di dire ad esso collegato, che indica qualcosa di cedevole, morbido e malleabile (generalmente può essere usato verso una persona in modo dispregiativo). Un tempo la città era disseminata di alberi di carrubo, ed i suoi frutti, data la semplicità con cui crescevano, erano impiegati soprattutto come foraggio per i cavalli. Però per molti anni i bambini, grazie al sapore dolce simile al cioccolato e alla loro morbidezza, erano soliti addentare molto spesso questi baccelli marroni in sostituzione delle attuali merendine. Oggi sono assai difficili da reperire in commercio, a causa del loro scarso utilizzo in cucina (come detto solo per brodini o zuppe, o come farina per l’industria dolciaria).