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PIEMONTE
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In Piemonte, terra di vitigni famosi e paesaggi agricoli incantevoli, la coltivazione dei fagioli si è consolidata nella provincia di Cuneo, dove il fagiolo di Cuneo, un classico borlotto, è diventato dal 2011 prodotto IGP. Coltivato in maniera intensiva, viene distribuito fresco ovunque, con ottimi risultati. Ma esistono altre eccellenti varietà, vendute come granella secca, tra cui le più conosciute sono i fagioli di Saluggia, prodotti nella provincia di Vercelli dal colore rosso e la buccia molto sottile, e il fagiolo bianco di Bagnasco, cultivar rampicante ad altissima resa.
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Un'altra produzione di nicchia, riconosciuta anche come Presidio Slow Food, è la piattella canavesana di Cortereggio, fagiolo piatto, bianco, che un tempo veniva usato come merce di scambio con l’uva e altri prodotti della regione.
Vi sono poi anche il fagiolo della Villata, seminato in consociazione col mais, ma che a causa dei costi elevati oggi è coltivato solo da poche aziende familiari, come il Baracafè di Mattie, e le fagiolane della Val Borbera, un coccineus locale dal grande valore culturale e gastronomico.
Altri legumi tradizionali del Piemonte che cercano di resistere grazie all’amore di pochi agricoltori sono il cece di Nucetto, prodotto nell’alessandrino e nel cuneese, e quello di Merella, presso Novi Ligure (AL), iscritto al registro Pat e De.co., senza dimenticare infine il pisello di Casalborgone, coltivato nelle colline torinesi, apprezzato per il suo sapore dolce e la sua consistenza pastosa.
Vi sono poi anche il fagiolo della Villata, seminato in consociazione col mais, ma che a causa dei costi elevati oggi è coltivato solo da poche aziende familiari, come il Baracafè di Mattie, e le fagiolane della Val Borbera, un coccineus locale dal grande valore culturale e gastronomico.
Altri legumi tradizionali del Piemonte che cercano di resistere grazie all’amore di pochi agricoltori sono il cece di Nucetto, prodotto nell’alessandrino e nel cuneese, e quello di Merella, presso Novi Ligure (AL), iscritto al registro Pat e De.co., senza dimenticare infine il pisello di Casalborgone, coltivato nelle colline torinesi, apprezzato per il suo sapore dolce e la sua consistenza pastosa.