È una varietà coltivata ad Appignano, in provincia di Macerata, grazie ad uno studio finanziato dalla Regione Marche per il recupero di vecchie varietà di legumi, insieme al cece quercia e alla roveja. Il nome deriva dal suo colore giallo pallido (simile al più famoso Zolfino).
È caratterizzato da una buccia sottilissima, una consistenza cremosa e un’alta digeribilità, che lo rendono ottimo per zuppe e creme, nonché particolarmente ricco di elementi nutritivi e povero di grassi. La semina avviene nel mese di aprile e la raccolta tra fine luglio e agosto. Cresce in terreni anche poveri e secchi, e la sua coltivazione è difficoltosa perché molte operazioni sono totalmente manuali. Da provare semplicemente lessato e condito con una gremolada al prezzemolo, con la salsiccia come d’uso nelle famiglie contadine locali, oppure per una raffinata crema di soli Solfì, con piccione grigliato e tartufo nero. I fagioli in foto sono prodotti dall’Az. Nazzareno Medei di Appignano, agricoltore custode anche del cece quercia e della roveja marchigiana. Se capitate nel maceratese ad ottobre, non perdetevi la manifestazione Leguminaria di Appignano, una grande festa per tutti gli amanti dei sapori Buoni, Puliti e Giusti.