La coltivazione della cicerchia in Abruzzo è oggi abbastanza limitata, nonostante un discreto uso nella cucina popolare di un tempo, grazie al suo buon gusto e al valore nutrizionale, specie se accompagnata da verdure e pasta (o pane). È un legume, come il cece, resistente a situazioni estreme, per questo utilizzato come coltura alternativa e di rotazione nelle zone montane. Castelvecchio Calvisio, interessante borgo antico posto a 1045 metri, si trova all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso, nella parte meridionale, in provincia de L’Aquila. La storica coltivazione della cicerchia nella zona è celebrata nella sagra dedicata, che si svolge a metà agosto di ogni anno, e dove si possono degustare le numerose preparazioni a base di questo legume poco conosciuto. Una ricetta classica prevede che, dopo un ammollo almeno di un giorno, la cicerchia venga lessata con alcuni odori, e poi passata al passaverdure per ricavarne una crema. Nel frattempo si prepara un soffritto (facoltativo) per insaporirla, altrimenti si aggiunge solo qualche spezia (solitamente il peperoncino locale). Una volta pronta si accompagna a verdure cotte, su crostoni di pane casereccio. In alternativa viene utilizzata nelle zuppe o minestroni insieme ad altri legumi, oppure in abbinamento alle sagne, una caratteristica pasta della zona.