Fagiolone di Vallepietra - Presidio Slow Food Nel cuore del parco laziale dei Monti Simbruini, sorge il piccolo borgo di Vallepietra, un centro agropastorale che pare sia stato fondato nel VI secolo da contadini fuggiti dalla campagna romana. La coltivazione in queste terre del fagiolone di Vallepietra, detto anche "ciavattone", risale a un’altra dominazione, quella spagnola del XVI secolo.La zona, una valle senza uscita completamente circondata da alture, ha un microclima unico, anche grazie alla presenza di numerose sorgenti di acqua purissima. Questo, assieme all’altitudine, ha permesso a questa varietà di acclimatarsi al meglio. Un tempo, era tradizionalmente coltivato insieme al mais locale agostinella, così chiamato perché raccolto a fine estate. Il seme del fagiolone è grande, ha un colore bianco perlaceo e grazie ai terreni calcarei la sua buccia è molto sottile. Il tipico segno all’attaccatura del seme al baccello lo differenzia dalla tipologia Spagna, con cui potrebbe essere confuso. Per conservare i fagioloni, si aggiunge qualche foglia di alloro e si sistemano in sacchi di iuta, che poi sono collocati in cantine asciutte e fresche. Si mangiano in bianco con olio extravergine e cipolle, oppure conditi con sugo di salsiccia e cotenna di maiale, o ancora in zuppe e insalate.
Fagiolo Le Cappellette La colorazione particolare dà origine al nome dell'ecotipo, poiché si presenta per metà bianco e per metà violaceo, come se quest'ultima parte fosse un cappello apposto sul seme. La pianta è rampicante e l'altezza è legata al tipo di tutore utilizzato (a Vallepietra vengono chiamati verghe); presenta fiori di colore bianco nella prima fase della fioritura, che virano al giallo dopo la fecondazione; il frutto è un baccello di colore verde, e non si trovano al suo interno più di cinque semi. La produzione del fagiolo le cappellette avviene in un territorio in cui le risorse idriche sono abbondanti, ed il clima montano fa sì che la coltivazione di questa importante specie agraria sia particolarmente agevole. Ancora oggi alcuni contadini conservano il seme all'interno delle loro cantine, secondo una tradizionale tecnica: all'interno di contenitori in vetro, mescolati a foglie di ortica e menta, che scongiurano gli attacchi del tonchio.
Fagiolo Pallino Il fagiolo pallino è un ecotipo locale che prende il nome dalla sua forma piccola e tondeggiante. È una varietà che presenta semi di colore chiaro, che viene seminata a maggio e si raccoglie ad inizio settembre. I semi vengono consumati secchi a completa maturazione. La zona di produzione è costituita dal versante ovest del sub appennino centrale, nel complesso montano dei Simbruini.
Fagiolo Romanesco Ecotipo locale, rampicante, si sviluppa in altezza in base al suo tutore. Il ciclo di sviluppo della coltura è rapido, la raccolta solitamente avviene nel mese di ottobre e la sua resa è bassa. Il fiore è bianco, tendente al giallo dopo la fecondazione, ma si possono trovare anche piante con colorazioni diverse. Il seme è reniforme, un po’ schiacciato, di color nocciola, contornato da una fascia scura intorno all’ilo. Si possono consumare freschi immaturi, oppure secchi a completa maturazione. La zona di produzione si trova nel complesso dei Monti Simbruini.
Testi tratti da fondazioneslowfood.com e da arsial.regione.lazio.it
FAGIOLO PALLINO
FAGIOLO ROMANESCO
PAESI E ZONA DI PRODUZIONE :
Vallepietra - RM Parco dei Monti Simbruini
PRODUTTORI E AGRICOLTORI CUSTODI : Barbara Chistè - Vallepietra (RM)
Az. Agr. Martina Romani - Loc. Casa Zocchi - Vallepietra (RM)
Consorzio Produttori Valle del Simbrivio - Vallepietra (RM) Domenico Placidi (referente)